Lo spettacolo, finalista al premio Scenario Infanzia 2020, si propone di affrontare in modo divertente e poetico il tema della costruzione dell’identità personale e, in particolare, il confine tra identità reale e identità virtuale indagando fenomeni come il gender swapping (la scelta di presentarsi virtualmente con un sesso che non è il proprio), il cyberbulling e il personal-branding (l’atto di modificare alcuni aspetti del sé, sul web, al fine di creare una maschera identitaria virtuale).
Cose da Strega
Favola multimediale
Work in Progress
Il Libro
Lo spettacolo Cose da Strega prende vita dal libro “Turchina la strega” di Mariasole Brusa, vincitore dell’edizione 2019 del Concorso Letterario Internazionale “Narrare la parità. Un Premio per l’Europa” e inserito dalla Internationale Jugendbibliothek di Monaco nella lista dei White Ravens, tra i 200 libri per bambini più importanti del 2020. Il libro è edito in Italia da Matilda Edizioni ed è stato tradotto in inglese, francese, spagnolo e catalano.
Rassegna Stampa
ANDERSEN, la rivista italiana per libri per ragazzi; dicembre 2020
Sinossi
Nello spettacolo personaggi classici, come quello della strega, legati a una rappresentazione archetipica e convenzionale, si ribellano all’immaginario a cui appartengono e lottano per realizzare il proprio, personalissimo, modo di essere. Lo stesso vale per la co-protagonista, la bambina Andrea, una piccola nerd impertinente, ma sensibile, tanto intelligente quanto fuori dagli schemi che sfida ogni stereotipo sociale e di genere. Una sola attrice interpreta i due personaggi che condividono una condizione di solitudine e crisi identitaria. La strega aspira inutilmente a cambiare colore ai suoi capelli turchini che la rendono così simile ad una fata, per garantire la sua appartenenza alla categoria. La bambina, che viene da tutti scambiata per un bambino, aspira anch’essa alla ricerca di una propria affermazione e di un riconoscimento sociale. Le due solitudini si incontrano. Entrambe sono assediate da voci interne/esterne: da un lato la madre al telefono e, dall’altro il “teatrino” di pupazzi della coscienza che abitano nella crocchia di capelli della strega. Il confronto di identità eterogenee può colmare la mancanza: il rispecchiamento nell’altro arricchisce la percezione di sé.
La narrazione prende vita dal libro “Turchina, la strega” vincitore dell’edizione 2019 del Concorso Letterario Internazionale “Narrare la parità. Un Premio per l’Europa” e inserito dalla Internationale Jugendbibliothek di Monaco nella lista dei White Ravens, tra i 200 libri per bambini più importanti del 2020.
Dicono di noi
Witchy Things, di Coppelia Theatre: per il dialogo creativo tra il repertorio di pratiche legate al teatro di figura e soluzioni filmiche di nuova generazione, in cui anche il prolungamento tecnologico della comunicazione social viene integrato in modo originale nella scrittura scenica. Il progetto si nutre di una drammaturgia poliedrica e inclusiva, attenta all'uso dei materiali scenici, che, in un universo ironicamente gotico, mette in discussione gli stereotipi dei personaggi protagonisti all'insegna di una felice e vivacissima problematizzazione degli archetipi della fiaba.
OSSERVATORIO CRITICO DEL DAMS di Bologna
Maschere Giganti e Teatrino Parrucca
Nello spettacolo diverse tecniche del teatro di figura convivono all’interno di uno spazio scenico innovativo. Un’attrice indossa delle maschere giganti (una base in gommapiuma rivestita di lana colorata con la tecnica dell’infeltrimento ad ago) che la trasformano in un “pupazzo vivente”; grazie ad un processo di ricerca attoriale che prende avvio dagli studi sulla super marionetta di Gordon Craig. La crocchia della strega è inoltre un vero e proprio teatrino: dai suoi capelli turchini spuntano i vari personaggi: un gatto, un rospo e un cucciolo di drago che vengono animati attraverso sofisticati meccanismi interni alla maschera stessa.
Feltro
Le più antiche tracce di feltro risalgono al terzo millennio a.C., era usato dai Greci e dai Romani per la confezione di abiti, copricapi, mantelli. Il feltro è una stoffa realizzata in lana cardata di pecora. Non è un tessuto, ma viene prodotto con l'infeltrimento delle fibre. Le fibre vengono bagnate con acqua calda, intrise di sapone e manipolate (battute, sfregate, pressate) oppure trattate con appositi aghi fino a ottenerne l'infeltrimento. La loro legatura è data dalla compenetrazione delle microscopiche squame corticali che rivestono la superficie dei peli. Il processo è progressivo e irreversibile. Il feltro tradizionale è del colore dei peli usati, ma si può produrne di colorato utilizzando lana tinta in fiocco.
filo & fibra
La lana utilizzata proviene dalla cooperativa femminile di comunità Filo&Fibra che si occupa di recuperare lavorazioni tradizionali e di creare una rete virtuosa di economia circolare permettendo ad allevatori locali di rendere utilizzabile lana che normalmente pagherebbero per smaltire nonché di stimolare l’imprenditoria femminile delle piccole comunità.
videoproiezioni
La strega possiede uno specchio magico, che nell’attualizzazione narrativa è diventato il social Instregram: luogo di autorappresentazione e di riconoscimento attraverso l’esteriorità del corpo, ossia strumento in cui guardarsi per sentirsi accettati e stimati. Proprio come la strega di Biancaneve faceva con il suo “specchio delle mie brame”. Esso raffigura metaforicamente le possibilità del Web. Allo specchio la strega si affida ciecamente, ma il suo riflesso prende vita (come immagine video proiettata) e finisce per ingannarla. Le video proiezioni vengono usate in modo originale e innovativo, sfruttando al massimo le possibilità offerte dalla sincronicità: uno stesso personaggio-attore ha in questo modo la possibilità di interagire con se stesso.